All'essenza del liberalismo appartiene il suo radicamento nell'immagine cristiana di Dio: la sua relazione con Dio di cui l'uomo è immagine e da cui abbiamo ricevuto il dono della libertà. Il liberalismo perde la sua base e distrugge se stesso se abbandona questo suo fondamento.
Il liberalismo, senza cessare di essere liberalismo ma, al contrario, per essere fedele a se stesso, può collegarsi con una dottrina del bene, in particolare quella cristiana che gli è congenere, offrendo così veramente un contributo al superamento della crisi dell'etica.
Benedetto XVI (2008)


martedì 24 maggio 2016

CERCANDO IL SENSO
DI UN PAPATO DISORIENTANTE

-meditazioni grezze a margine di un incontro prezioso-

1. Ciò che legittima ogni pretesa di libertà è la disponibilità ad assumersi la relativa responsabilità, conseguente alle scelte che liberamente saranno fatte.
Penso che molti cattolici siano disorientati da questo Papa perché (anche) con il suo linguaggio (troppo spesso confuso, impreciso, ambiguo, superficiale, approssimativo, impropriamente colloquiale, inaspettato) li mette davanti a nuove responsabilità, conseguenti a nuove scelte che diventano ineludibili, dalle quali un cattolico realmente non può sfuggire.

2. I cattolici erano abituati a scegliere tra il peccare e il non peccare in un mondo in cui il peccato era definito, o era definibile appellandosi a un'autorità. Questo Papa dà l'impressione di non voler più definire cosa sia peccato e rilancia la palla al singolo cattolico, che si trova solo nella scelta ed è gravato dalla responsabilità che ne deriva.
In altri termini, questo Papa - consapevolmente o meno; comunque in continuità con una parte importante della Chiesa - sta "obbligando" i cattolici ad essere più liberi e responsabili.
Molti di loro, però, non avevano alcun desiderio di essere più liberi... e, ora, hanno paura.
Molti altri gioiscono di questa libertà; ma è tutto da dimostrare che la sappiano usare (cioè che ne usino avendo presente la responsabilità che ne consegue).

3. Il vero dramma, per il cattolico "occidentale", è che tutto ciò accade in questo momento storico, quando l'assumersi le responsabilità di scelte coerentemente cattoliche può portare alla solitudine, allo scherno feroce, al subire violenza.
Non deve stupire, quindi, l'incapacità di molti cattolici di resistere alle nuove, terribili tentazioni del "mondo" (a quelle vecchie, non hanno mai resistito molto... ma la Chiesa aveva imparato a gestirli): stiamo attraversando una prova durissima, che richiede tutte le energie che abbiamo e che (almeno) da cinque decenni stavamo impiegando e disperdendo in cose di minor conto.
Ed è una prova che deve essere affrontata individualmente: solo chi troverà il coraggio di affrontarla da solo potrà, poi, beneficiare del comune sforzo dei fratelli nella fede.

4. Ciò che non cambia, checché ne dicano le attuali e le future gerarchie cattoliche, è il premio della prova, il trofeo a disposizione di tutti i partecipanti di buona volontà, che è la Salvezza eterna. Quindi la prova merita di essere affrontata. Ed è entusiasmante perché ha molto a che fare con la fede e molto a che fare con la libertà.

[24-5-2016, nella festa di Maria Ausiliatrice]